“Le difficoltà ci sono e sono superabili”. Sono parole importanti perché pronunciate da Felice Gaiardo, già braccio destro di Nilo Riva anche nell’hockey e, dalla scomparsa di Nilo ha continuato a collaborare con Patrick De Silvestro, Tamara Angeli e pochi altri per dare continuità all’hockey nell’Agordino.
L’altra sera in sala Stoppani, Gaiardo ha spiegato la situazione in casa Alleghe dove servono “braccia” perché questo è il problema all’ordine del giorno, non quello economico di una società che presenta bilanci alla pari e non lascia debiti per strada. “E’ lo stesso problema che si riscontra nella Croce Verde – ha detto Gaiardo che è anche responsabile del volontariato della ambulanze agordino e zoldano – poche settimane fa abbiamo fatto un incontro e come questa sera il paese non ha risposto, ma anche se siamo in pochi (una cinquantina di persone ndr.) da qui parta il messaggio che necessita aiuto per migliorare la situazione, per evitare l’esasperazione ai pochi che fanno tutto, guidano i pulmini, sono accompagnatori, lavano maglie e biancheria e sono sempre disponibili”.
Il grido di aiuto è stato ripetuto dall’amministratore delegato Patrick De Silvestro. “La situazione è chiara, auspico che questa riflessione sia di aiuto, da tutto l’Agordino. Vinti i problemi economici dobbiamo darci da fare per mantenere quello che abbiamo, la serie B è importante per i giovani che crescono con un obiettivo, il settore giovanile è in ascesa dopo anni bui, ottiene risultati importanti e l’ambiente non manca di entusiasmo”. Quell’entusiasmo che la dirigenza auspica di trovare tanto negli operatori economici che con l’Alleghe Hockey hanno fatto conoscere comprensori e strutture, che nei genitori dell’esercito di ragazzini. “Anche quelli – ha detto il dirigente Paolo Bellenzier – che scambiano lo stadio del ghiaccio per un kinderheim”.
Un messaggio che agli interessati sarà riportato visto che alla riunione non erano in molti così come mancavano gli operatori turistici e tanti ex giocatori. “Per molti ragazzi ci sono stati momenti indimenticabili – ha detto Manuel De Toni – c’è chi ha ricevuto molto e apprezza poter dare indietro quel poco che può, sono contributi importanti che fanno la differenza”. L’invito finale: uscire dalla sala con la voglia di darsi da fare sull’esempio di quell’Alessandro Raveane che da 41 anni non manca mai al De Toni, dalla Valbelluna sale fino ad Alleghe per indossare la divisa del servizio d’ordine.
Mirko Mezzacasa